Maurizio Scaltriti
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Maurizio Scaltriti
@scaltritilab.bsky.social
VP Translational Medicine, Oncology R&D, AstraZeneca. Autore del libro “Non se, ma quando” https://amzn.eu/d/7OOubJG. Co-founder di Medendi (http://medendi.org).
Pensate se usassimo la terapia A e la terapia B insieme, colpendo sia il tumore iniziale sia quello “resistente” sul nascere. Si tratta quasi di una partita a scacchi peró giocata con milioni di pezzi e a velocità folle. Ma stiamo imparando a giocare sempre meglio. Fine.
November 25, 2025 at 10:57 AM
Cioé il meccanismo stesso che protegge dalla terapia A potrebbere rendere il tumore sensibile alla terapia B. Infatti noi non stiamo solo cercando farmaci che uccidano il tumore oggi. Stiamo cercando di prevedere e bloccare le sue mosse di domani.
November 25, 2025 at 10:57 AM
Oggi possiamo ricostruire l’albero evolutivo del tumore cellula per cellula, capire cosa è successo durante la terapia con lo scopo di scoprire il meccanismo di resistenza PRIMA che diventi dominante. Poi magari sfruttare la resistenza stessa come nuova vulnerabilità terapeutica.
November 25, 2025 at 10:57 AM
Come li studiamo questi meccanismi? Essenzialmente con modelli di laboratorio, biopsie liquide (ctDNA) in pazienti ripetute nel tempoebiopsie dei tessuti pre- e post-trattamento. Il tutto applicando tecnologie molto sofisticate in grado di studiare le singole cellule.
November 25, 2025 at 10:57 AM
Esempio del secondo caso: il tumore “imbroglia” la terapia facendo cose in parallelo, amplificando altri geni (MET nel polmone), perdendo freni inibitori (PTEN in seno e prostata) e via discorrendo. Praticamente la cellula non cambia il bersaglio, ma “indossa l’armatura”.
November 25, 2025 at 10:56 AM
La secondaria è forse la più studiata. Meccanismi principali: 1)il tumore riesce a mutare il bersaglio stesso del farmaco; 2)il tumore trova una strada alternativa (bypass). Un esempio classico del primo caso: polmone con mutazioni in un gene chiamato EGFR.
November 25, 2025 at 10:56 AM
Per semplificare diró che esistono due tipi di resistenza: • Primaria (intrinseca): la terapia non funziona da subito, anche se sulla carta dovrebbe; • Secondaria (acquisita): la terapia funziona, anche molto bene e per molto tempo, ma poi smette di funzionare.
November 25, 2025 at 10:56 AM
Puó succedere che sotto pressione farmacologica, il 99,9999% delle cellule muore. Risposta stupenda, TAC pulita, tutti felici. Ma possono esserci pochissime cellule “fortunate” che sopravvivono e si moltiplicano nel tempo, diventando, appunto, farmaco-resistenti.
November 25, 2025 at 10:56 AM
In un tumore da 1 cm ci sono miliardi di cellule. Tra queste, forse 1 su 10-100 milioni ha già – per puro caso – una mutazione che la rende resistente al farmaco che useremo. Un po come giocare alla lotteria, ma il tumore ha milioni di biglietti potenzialmente vincenti.
November 25, 2025 at 10:56 AM
Anche se spesso deriva da una sola cellula “impazzita”, nel giro di mesi/anni si creano cloni e subcloni diversi. Immaginate un albero: il tronco è comune, ma i rami hanno mutazioni diverse. Questa si chiama eterogeneitá tumorale, ed è molto importante.
November 25, 2025 at 10:55 AM
Concludo dicendo che spesso passiamo piú tempo a pensare quanto sia difficile qualcosa o quanto sia dura la situzione di quanto ne passiamo a cercare di cambiare le cose e affrontare le cose, anche le meno piacevoli. Il diavolo non è quasi mai cosí brutto come lo si dipinge. Fine.
November 21, 2025 at 3:43 PM
Ultima cosa rivolta a tutti coloro che mi scrivono “Maurizio il tuo tempo è troppo importante per essere sprecato sui social”. Non sottovalutate cosa possa fare interagire con qualcuno pubblicamente e quante persone possa aiutare, incluso pazienti. Immaginatevi i miei DM.
November 21, 2025 at 3:42 PM
Quello che sono riuscito a fare è dire a me stesso “se rispondi a queste cose fra un paio d’ore non succede il finimondo”. Talvolta risulta molto difificile, soprattutto se ti scrivono pazienti, ma ho capito che la qualitá della risposta supera la tempestivitá.
November 21, 2025 at 3:42 PM
Relativizzare il tutto, o sforzarsi di farlo, credo possa aiutare a vivere meglio la giornata lavorativa ma a godere anche di piú del tempo libero. Se adesso é quando pensate che vi dica che nel tempo libero non guardi email e telefono, vi sbagliate. Quello non smette mai.
November 21, 2025 at 3:42 PM
Con questo voglio dire che non rinuncio a ció che ritengo irrinunciabile perché “ho troppo da fare”. Ho sempre troppo da fare, e quindi SCELGO cosa fare e quando. Senza sensi di colpa (che ho avuto per molto tempo) e paura che il mondo si fermi.
November 21, 2025 at 3:41 PM
Quello che ho scelto di fare ora richiede un impegno di un certo tipo e comunque mi appaga personalmente oltre che professionalmente. Non mi sento “in trappola” e sono anche consapevole della fortuna di avere un lavoro che ti piace e ti appassiona.
November 21, 2025 at 3:41 PM
Io per esempio ho rinunciato a molto (credo). Esco molto raramente, non vado al cinema da anni, mi vergogno ma ammetto che leggo pochissimo (ho dovuto scrivere un libro per leggerne uno). Ma per esempio non rinuncio allo sport. Mai, nemmeno quando viaggio.
November 21, 2025 at 3:41 PM
Poi sta a me/noi capire di cosa hai bisogno fuori dal lavoro per “funzionare”. E non si tratta solo di ritagliarsi il tempo per fare qualcosa che “svaghi”, si tratta proprio di avere un tempo per decomprimere e riposare. Un po come un atleta che ha bisogno di riposo.
November 21, 2025 at 3:41 PM
Ho abbandonato da tempo il miraggio di avere tempo per tutto e di rispondere in maniera puntuale a qualsiasi richiesta. Mi sforzo di capire quale possa essere la rilevanza delle mie scelte e scegliere di focalizzarmi su quelle davvero urgenti o importanti.
November 21, 2025 at 3:41 PM
2) La seconda è piú filosofica, e consiste in capire che, anche se non dormi la notte, non stai aspettando l’istologico di una biopsia o il referto di una risonanza. Sembra semplicistico o scontato, ma il mio lavoro aiuta molto a mettere le cose al loro posto in termini di prioritá.
November 21, 2025 at 3:40 PM
1) Mi sforzo di fare, costantemente, quasi in maniera maniacale, un esercizio di capire cosa sia davvero importante. Se tutto è importante, nulla lo è davvero. Questo “strumento” ha varie sfaccettature. La prima é la lista delle prioritá e delle loro deadline.
November 21, 2025 at 3:40 PM
Dire a qualcuno di stare calmo o di non stressarsi non ha mai calmato o rasserenato nessuno. Se, come me, faticate a “staccare” credo sia utile imparare a convivere con questo stress e pressione. Non ho nessuna veritá in tasca ma io di solito mi comporto cosí:
November 21, 2025 at 3:40 PM
Premessa, non credo sia il piú indicato a dare consigli (non richiesti) su questo argomento, essenzialmente perché non ho mai avuto una chiara distinzione tra vita privata e lavoro, ma voglio condividere alcune considerazioni, frutto di esperienza sul campo.
November 21, 2025 at 3:40 PM