Chiara
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Chiara
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Come la Pimpa però a righe.
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Stamattina presente a me stessa come il semaforo di Aprilia che aveva tutte e tre le luci accese.
Stasera mi passerà la via crucis sotto casa, no non è una metafora.
Ieri durante le prove del coro pensavo che se persino Mozart ha scritto dei pezzi di merda allora anche noi potremmo concederci di tanto in tanto di essere indulgenti con la nostra mediocrità. Mi sono sentita tutto sommato sollevata.
Le frappe non le mangio da quando è morta mia nonna. Mi piacevano solo le sue, lunghe strette e sottili, tutte intorcinate come se fossero dei nodi pieni di miele e zucchero a velo che ti dovevi per forza leccare le dita e lavarti le mani e la faccia. E non riuscivi a smettere.
Io a Cenerentola non perdonerò mai di avere chiesto alla fata madrina un vestito e delle scarpe pe anda' a un ballo a rimorchia' un principe invece di chiederle dei soldi per riscattare la casa di suo padre in cui lei viveva da serva e mandare finalmente tutti a quel paese.
Ho perso il conto dei sondaggi a cui devo rispondere per comunicare se parteciperò o no a questo o quell'altro evento. Ma sono a dieta e ho sonno.
Ho appena finito di preparare un diagramma di flusso del ciclo di produzione, mi sembra non manchi nulla, me lo guardo nell'anteprima di stampa tutto su una pagina e ci vedo esattamente la forma dei miei processi logici e decisionali: un enorme groviglio del cazzo.
Due dicembre, finiamolo qua sto mese de malinconia de discussioni de fatica che poi alla fine so' tutti scontenti comunque.
Non ci rendiamo mai abbastanza conto di quanto i nostri desideri a volte siano semplici io ad esempio vorrei tantissimo mangiare una fetta di Sacher, a Vienna.
Nel dubbio io penso sempre alla catastrofe, così ci arrivo preparata e mi posso dire "te l'avevo detto".
Uno di quei giorni in cui vorrei stare dentro casa (una qualunque) al caldo a guardare la neve dalla finestra.
Eh, tocca stare sempre sul pezzo.
La metafora della mia vita può essere riassunta con la mia proverbiale fortuna nel prendere appuntamenti col cup, ho trovato una colonscopia per oggi pomeriggio, peccato servano tre giorni di preparazione.
Ognuno sceglie lo sport anche in base alla propria indole e alle proprie inclinazioni, io ho scelto di fare aikido, antica e nobile disciplina in cui vengo sbattuta per terra da un uomo che a ogni tecnica maledice il giorno in cui mi ha vista per la prima volta. Non un caso temo.
Da stamattina che sono convinta sia mercoledì e non riesco a coordinare i pensieri e gli impegni, non so più che giorno è che anno è e ho nell'anima, in fondo all'anima, cieli immensi e immense rotture de cojoni.
Un bel buono ticket one, da 50, così dimezzi la spesa.
Mercoledì spagnoli in ufficio, non so quanti, non li conosco, soprattutto non so cosa dirgli per cui apparecchierò pizza con la mortadella e cornetti sul tavolo della sala riunioni perché io quando sono insicura sulla performance penso sempre "almeno verrò ricordata per il cibo".