Almeno chi fino a ieri non ha potuto negare le atrocità compiute a Gaza oggi dovrebbe moderare l’entusiasmo, per non dare l’idea di giudicare la morte di decine di migliaia di palestinesi un ragionevole prezzo da pagare per il presunto capolavoro di Trump
Gentile Francesca Albanese, di solito, quando un personaggio pubblico passa in un attimo dall’adorazione alla derisione generale, come troppo facilmente capita in Italia, mi viene subito voglia di prenderne le difese. Ma nel suo caso farò un’eccezione.
Caro Baricco, a tanti europei con la guerra sotto casa non puoi dire tranquilli, «difenderemo ogni singolo metro della civiltà che stiamo immaginando, e non lo faremo con le armi, ma con l’ottusa pazienza con cui l’animale cerca l’acqua e i fiumi il mare»
Dopo avere schiacciato il Pd sulla linea di M5s e Avs in nome dell’unità, Schlein si sente dire proprio da loro, immeritevoli beneficiari di tanta generosità, che l’unità non basta, che l’unità non è una politica, che serve un progetto per parlare al paese
La lettera di questa settimana è indirizzata a Silvia Salis, cui consiglio di usare, al posto di «unione», il sinonimo «unità», così da non evocare nell’elettorato ricordi poco entusiasmanti, ma non per questo, purtroppo, meno vicini alla realtà attuale
«Non capisco perché sei sempre così maledettamente negativo». Non ci fossero di mezzo la tragedia di Gaza e la vita degli ostaggi, con le poche speranze di pace appese a un simile dialogo da rom-com di terz’ordine, ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate
Auguriamoci che la situazione internazionale migliori rapidamente, e che tante ragioni di conflitto vengano meno, perché affrontare i problemi degli anni Settanta con la classe dirigente di oggi sarebbe una prova che non so proprio come potremmo superare
Guai a chiedere pietà per uomini, donne e bambini israeliani rapiti dai tagliagole islamisti di Hamas. A parti rovesciate, è la stessa spaventosa cecità che caratterizza i pochissimi e sempre più grotteschi sostenitori di Netanyahu rimasti su piazza
Gentile Netanyahu, è sicuro di aver fatto bene i conti? Voglio dire, nel momento in cui il calcolo della convenienza politica alla Casa Bianca dovesse volgere contro Israele, lei, personalmente, quanti aerei pensa di poter regalare al presidente Trump?
È la tragedia fondamentale della nostra epoca: il mondo è tornato improvvisamente grande e terribile come nei momenti più cupi del Novecento, ma noi siamo ben lontani dall’avere politici, intellettuali, giornalisti paragonabili a quelli di allora