Lecce – Napoli 0-1 | Tre punti come da pronostico, ma che fatica!
#ILMONITO
Luca Muratgia
Lecce, 28 ottobre – Vittoria alla Conte, corto muso e primato Successo fondamentale per il Napoli che, dopo la roboante vittoria di sabato contro l’Inter, si riconferma al Via del mare, trovando una problematica vittoria che gli consente di mantenere il primato in classifica, in attesa della partita di mercoledì all’Olimpico tra Roma e Parma che definirà se detto primato sarà in condominio con i giallorossi di Gasperini, o in solitaria. Non c’è stato neanche il tempo di godersi la vittoria contro la squadra probabilmente più forte d’Italia che il calendario propone un turno infrasettimanale estremamente delicato.
Le difficoltà dovute ad una trasferta storicamente insidiosa per chiunque, sono state amplificate da diversi fattori,, oltre all’endemica emergenza infortuni, c’e da considerare come proprio la partita di sabato scorso, abbia comportato un enorme dispendio di energie sia fisiche ma soprattutto mentali. Inoltre, a rendere ancora più difficoltoso il percorso dei partenopei, ci si è messo pure il grave infortunio occorso a De Bruyne. Purtroppo a seguito degli esami strumentali cui è stato sottoposto, è emersa la lesione di alto grado al flessore della coscia (recidiva del precedente infortunio del 2023) che lo costringerà ad un nuovo intervento chirurgico oltre ad un periodo riabilitativo ancora indecifrabile e comunque non inferiore ai quattro mesi.
Conte opta per un moderato turn over con McTominay, Spinazzola, Beukema e Neres, impiegati sabato, che partono dalla panchina per lasciare spazio a Lang, Elmas, Oliverira e Lucca con il rientro dagli infortuni di Rahmani e Hojlund che, ad ogni buon conto, risultano tra i convocati. La partita si palesa subito problematica, il Lecce è ben messo in campo da Di Francesco, pressa sempre alto e il Napoli fatica a costruire, con alcuni frangenti in cui è costretto addirittura a proteggere la propria porta. Ne vien fuori un primo tempio bruttino, molto tattico e avaro di occasioni da gol. Gli unici acuti sono rappresentanti da un tiro dal limite dell’area di rigore di Gilmur, deviato provvidenzialmente in calcio d’angolo da un difensore ed una incursione di Oliverira che costringe Falcone all’intervento con i piedi, poca roba insomma con la consapevolezza che, per sboccare la partita occorrerà, nel secondo tempo, un approccio completamente diverso. Conte comunque corre ai ripari inserendo, nella seconda frazione di gioco appunto, l’artiglieria pesante, dentro dunque McTominay, Neres, Spinazzola ed Hojlund ma l’inizio risulta più difficile del previsto con salentini che hanno un approccio alla gara più aggressivo. Addirittura i padroni di casa hanno l’occasione della vita per trovare la rete del vantaggio; sugli sviluppi di un corner Jesus devia inavvertitamente il pallone con la mano destra e l’arbitro, richiamato al VAR, rileva gli estremi per il calcio di rigore. Fortuna vuole che Milinkovic Savic rispolveri la sua fama di para rigori, intercettando alla propria destra il tiro ad incrociare del giovane Camarda. È la svolta della partita perché il Lecce accusa il colpo tanto che il Napoli intravede l’opportunità di trovare soluzioni offensive, niente di eclatante si intende, la partita si mantiene bloccata ma gli azzurri presenziano stabilmente nella metà campo avversaria con la evidente sensazione che solo un episodio possa sboccare la partita. E il tanto auspicato episodio giunge alla mezz’ora, punizione dal limite di Neres verso il centro dell’aria di rigore dei padroni di casa e zuccata perentoria di Anguissa che lascia immobile Falcone. È il gol che decide la partita perché, nonostante il forcing finale che costringe il Napoli ad una fase difensiva importante, non si registrano ulteriori episodi degni di essere segnalati. Napoli brutto, sporco e cattivo, favorito dagli episodi, torna da Lecce con 3 punti pesantissimi a testimonianza di quanto tutti i commenti, i giudizi e i pareri siano inequivocabilmente condizionati dai risultati.
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