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🔭 Nel mentre, la scommessa di Heritage sembra essere sulle forze più "trumpiste" d'Europa, nella speranza che siano loro a conquistare più spazio nella politica europea.

⚠️ Lo scandalo Carlson-Fuentes ha fatto storcere il naso a un'ampia schiera di repubblicani Usa e mostra perché una cooperazione più profonda potrebbe andare di traverso a politici e realtà europei dell'area conservatrice più moderata

📊 Il trend politico è favorevole: su 27 Paesi Ue solo tre sono guidati da leader a sx, mentre la dx (anche estrema) prende piede ovunque. Ed esistono punti di contatto su immigrazione, aborto, revisione delle politiche green e rivendicazione di sovranità nazionale versus quella europea

🤝 Sul piano dei think tank, notevole il workshop a Washington con l'ungherese Mcc (legato a Fidesz) e l'Istituto polacco Ordo Iuris (vicino al PiS) per discutere di come smantellare l’Ue. Dal 2023 Heritage formalizza un rapporto di collaborazione con Danube Institute, polo conservatore a Budapest

🏛️ Il presidente Roberts era alla kermesse di Patriots for Europe, gruppo al Parlamento Ue che riunisce Lega, Fidesz, Rn e affini. Titolo: "Make Europe Great Again". E dal secondo insediamento di Trump si sono moltiplicati gli incontri tra il personale Heritage e gli eurodeputati

🌍 Roma, Parigi, Londra: qui i più alti rappresentanti di Heritage hanno parlato di denatalità, crisi demografica e declino dell'Occidente, ma anche di valori tradizionali e futuro del conservatorismo europeo. Tra i partecipanti ai vari eventi: Roccella, Ronzulli, Zemmour, Marechal, Peterson...

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Il probabile governo Ano-Motoristi porterà più euroscetticismo su Green Deal e migrazione, e il sostegno all'Ucraina sarà "rivalutato", ma Babiš darà battaglia soprattutto contro la maggioranza qualificata nell'allargamento Ue.

Le elezioni hanno riservato sorprese positive: gli estremisti su ambo i lati sono andati peggio delle attese, suggerendo che i cechi non guardano favorevolmente verso la Russia vogliono mettere in discussione l'appartenenza a Ue e Nato, e c'è chi già sta moderando le proprie posizioni.

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"Invieremmo meno aiuti all'Ucraina? Molto probabile. Ci avvicineremmo alle posizioni di 🇸🇰 e 🇭🇺 anziché quelle 🇵🇱? Anche", conclude Kovar, escludendo però che Praga possa porre veti in 🇪🇺 alla guisa di Budapest, se non per ottenere concessioni da Bruxelles in altri ambiti.

Questo non implica una svolta filorussa: Babis presenta questa posizione come necessaria per combattere la corruzione interna. Peraltro, nel 2025 Praga ha tagliato completamente l'importazione di idrocarburi 🇷🇺.

Se Babis guidasse il prossimo governo, Kovar prevede un cambio netto, anche se non drastico, della posizione 🇨🇿 sul sostegno all'🇺🇦: "ha chiarito che intende fermare l'iniziativa sulle munizioni" con cui Praga ha rivoluzionato la consegna di proiettili a Kyiv.

Lo stallo potrebbe aprire scenari inattesi: in caso di impasse, l'esperto ipotizza un possibile cambio di direzione dell'Ods del premier Peter Fiala, che si divide tra suoi sostenitori e detrattori. E questi ultimi "hanno detto esplicitamente che sono disposti a governare con Babis".

Idem per Basta!, "sostanzialmente una riedizione del partito comunista che ha inglobato altri estremismi". Però non esiste una maggioranza chiara nemmeno nel campo avverso: le forze di Spolu stenterebbero a raggiungere il 50%.

Non è ovvia la strada verso una maggioranza che escluda le forze dell'attuale coalizione di governo (Spolu). Difficile l'alleanza con Spd di Tomio Okamura, sopra al 12% nei sondaggi, che vuole indire referendum per uscire da Ue e Nato.

La sua è una piattaforma "pragmatico-populista" e l'alleato più naturale sarebbe il partito euroscettico dei Motoristi (Auto), nato sull'onda delle proteste anti-Green Deal, che che secondo l'esperto riuscirà a sfondare la soglia di sbarramento del 5%.