Ma in un Paese che da anni confonde la vittima con il carnefice, questa logica suona loro naturale quanto trattare dei bambini piccoli in uno spettacolo come una cellula terroristica.⟧
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Se gli israeliani insistono nel vivere in questa fantasia della denazificazione, dovrebbero chiedersi perché essa debba essere usata contro la vittima.
Dopo tutto, la denazificazione dovrebbe riguardare chi commette il crimine, non la vittima del crimine. ⬇️16

È così che ci vedono.

Ecco quanto è profonda questa disumanizzazione. I due credono di rivelare qualcosa sui palestinesi, la loro “nazificazione”, ma in realtà stanno rivelando la loro oscura fantasia di “rieducare” un intero popolo. ⬇️15

Forse ingiustamente, non posso fare a meno di collegare il fatto dei bambini spaventati nel teatro di Gerusalemme Est a un video pubblicato pochi giorni fa, in cui Yotam Zimri e Gadi Taub siedono e parlano con estrema serietà di come nemmeno la “denazificazione” possa aiutare i palestinesi. ⬇️14

Ma le vere lezioni vengono dalla scuola della vita: la polizia che urla contro i loro padri, i soldati che sparano ai loro fratelli, lo Stato che manda le sue forze dell'ordine a distruggere un piccolo sogno proprio mentre sta per realizzarsi su un palcoscenico a Gerusalemme Est. ⬇️13

Gli israeliani hanno sempre sostenuto – ed era una delle principali accuse contro i palestinesi – che le scuole palestinesi “insegnano l'odio” verso lo Stato di Israele e gli israeliani. ⬇️12

Quel momento segnerà quasi certamente il primo trauma personale che i bambini hanno subito per mano di #Israele e degli israeliani. Non avranno bisogno di libri di testo per imprimere nei loro cuori chi li spaventa e chi li allontana. ⬇️11

Gridano: “Portateli via, vi dico, portateli via!” e inseguono bambini di 5, 7 e 10 anni vestiti con i costumi di uno spettacolo che non verrà mai rappresentato.
È stato inghiottito dal dramma molto più brutto del fascismo israeliano. ⬇️10

Solo un attimo prima, i bambini, eccitati e felici, stavano per partecipare a uno spettacolo intitolato “Sogni sotto l'Olivo”. ⬇️9

“Avete capito cosa sto dicendo? Avete capito? Cinque minuti e tutti fuori di qui!”, gridano, e con questo il mondo è stato capovolto. ⬇️8

Nel loro mondo contorto, questi ragazzi sono dei “piccoli terroristi”, quindi la crudeltà della polizia è adeguata alla situazione, come una mano in un guanto, naturale e giustificata. ⬇️7

Improvvisamente, la banda di teppisti di #ItamarBen_Gvir irrompe urlando, come se avesse scoperto il nascondiglio di una “cellula terroristica”. ⬇️6

Ma poi ho visto il filmato della violenta e decisamente fascista irruzione della polizia al Teatro #El_Hakawati a Gerusalemme Est questa settimana.
Mostra bambini bellissimi ed eccitati vestiti in costume che trattengono il respiro mentre si preparano a salire sul palco. ⬇️5

Lo facciamo da così tanto tempo che potremmo tenere seminari pratici sulla moderazione. Forse è questo che ci ha resi così educati, forse il reprimerci avrà il costo di una lunga vita, chi lo sa. Ma una cosa è chiara: è difficile, davvero difficile, provare rabbia. ⬇️4

Come possiamo arrabbiarci per la routine quotidiana dell'occupazione quando ci è stato negato il diritto di provare rabbia per il grande crimine?

Dopotutto, le persone come noi, i cittadini palestinesi di #Israele, sappiamo bene il significato di “tenere tutto dentro”. ⬇️3

✍️#HaninMajadli
⟦ La capacità di provare rabbia ci è stata sottratta dopo due anni di #genocidio, durante i quali siamo stati messi a tacere con la mano pesante degli arresti e delle umiliazioni, insieme ai metodi impiegati dai regimi oscuri. ⬇️2

Figurati. Posto solo quello che trovo interessante.
Un abbraccio.

Nei mesi successivi all'arruolamento di un gran numero di coloni in queste unità, si sono accumulati video e testimonianze che documentano il loro coinvolgimento in atti di violenza, minacce e distruzione di proprietà palestinesi.⟧
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