Antonio Ferrara
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Dessinateur italo-belge et éditeur indépendant de romans graphiques sur l'opéra. Collection "Si l'opéra m'était dessiné" aux Éditions Kifadassé. Chi fa da sé, fa per tre. www.kifadasse.com
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Collection de romans graphiques "Si l'opéra m'était dessiné", Éditions Kifadassé
www.kifadasse.com
A Bruxelles alle upper-cene si rispetta un'alternanza uomo/donna stretta, per cui mi ritrovo sempre a destra una signora borghese che dopo 10 minuti molla il tipo eteropalloso accanto per divertirsi con me e una artistoide a sinistra che non caga per niente l'altro per dirmi che ha solo amici gay.
Ieri mentre ero affacendato a pettinare le bambole e fustigare i gatti, non mi ero accorto che su IG una follower mi aveva scritto che i miei album "sono dei veri e propri capolavori". Ma perché gli uomini non me lo scrivono mai, sempre e solo le donne?
Quest'anno alla Foire de Liège i Minions taroccati che l'anno scorso avevano soppiantato i mostriciattoli blu Stitch taroccati dell'anno precedente sono stati del tutto rimpiazzati dai Labubu taroccati.
Parli di quello di Torino?
Finora mi sono concentrato sui saloni e fiere in Belgio, ne ho uno fra una settimana. In futuro continuerò a frequentare quelli dei paesi francofoni dato che i miei libri sono editi in francese. Ma se mi invitano a Torino ci vengo, tra l'altro è la mia città natale.
Siccome se uno arriva su questo profilo stamattina non capisce più niente di chi sono e cosa faccio nella vita prima di scrollare per diversi giorni, posto questa giusto per rimettere le pendole all'ora.
Ma col mio collo taurino mi vado bene come sono 🦬😊
La traduzione automatica del mio post di stanotte traduce "topa" come se fosse 🐁. Ne ero sicuro. Ora va a far capire ai miei followers stranieri perché in mezzo alle gambe mi ero disegnato per scherzo un roditore per vedere come mi calzava al posto dell'🐦.
Per un errore di rasoio ho dovuto accorciare la barba ed ora porto di nuovo temporaneamente solo i baffi. E come già due estati fa, in casa hanno ripreso a dirmi che mi preferiscono barbuto facendomi sentire un brutto anatroccolo. Fra una settimana ho pure una fiera importante...
Beh, lo sapete che per mestiere sono abituato ad osservare i volti, per cui vi dico che per me somaticamente Taylor Swift potrebbe benissimo essere la figlia di Nicole Kidman e la nipote di Morgan Fairchild.
Uno dei vantaggi d'essere un artista è di poter sperimentare sulla propria immagine senza doverlo per forza fare davvero. Ad esempio, una volta mi disegnai una finta topa sopra una mia foto solo per il gusto di vedere come mi stava. Ma oggi vi risparmierò tale orrore, eccovi giusto dei baffi finti.
"La Concordia de' Pianeti" è una serenata teatrale di Antonio Caldara su libretto di Pietro Pariati, creata nel 1723 in Moravia, e che stasera Margioglio (a Firenze noi si dice co' la erre) impersonifica con la sua abituale nonchalance.
Un amico settantenne arriva da me col cervello tutto arrovellato perché venendo ha sentito in giro una suoneria con un pezzo famoso che non sa ritrovare. Glielo faccio canticchiare sul microfono di Google che lo scova subito: era "Little Elephant Walk" di Henry Mancini. Lui sconvolto, ed io pure.
In francese "faire des rase-mottes" significa planare a bassissimma quota con un aereo per non farsi reperire. Ma in senso figurato è usato anche per indicare uno che fa il furbo nel sfiorare il limite senza superarlo e farla franca. Toute ma vie, quoi...
Il mio ricordo di MTv: ero a Milano in Piazza Duomo, vedo un assembramento, c'erano un Alessandro Cattelan ragazzino in collegamento da studio con Beyoncé e giù Giorgia Surina col microfono tra il pubblico. La cosa che mi aveva colpito è che una ragazza così giovane mettesse così tanta cipria.
Stasera ad una cena mi hanno fatto sedere accanto ad una tizia che era convinta che il prosciutto non fosse fatto di maiale ma di manzo e che in vita sua non aveva mai assaggiato i peperoni. Bisogna ammettere che non mi sono affatto annoioato, ma tutte a me le rifilano le matte di Bruxelles?
Vista la frequenza con cui di recente mi arriva di abbioccarmi di brutto la sera subito dopo cena (per poi risvegliarmi dopo mezzanotte e perdere del tutto il sonno fino alle 3 del mattino) per la mia prossima attività artistica potrei assumere lo pseudonimo di Tony Krollo.
Vent'anni fa da Mosca era arrivato questo label discografico Caro Mitis che supportava soprattutto l'orchestra barocca Pratum Integrum ed altri artisti come l'ottima clavicembalista Olga Martynova. Programmi intelligenti, editing curati, poi più nulla. Ciò rende ancora più triste lo stato attuale.
Ho già poco tempo in generale, non dedico quello che mi resta dietro contenuti nocivi. I social poi sono energivori, e per un artista, a parte la promozione della propria attività artistica, rischiano sovente di risucchiare la creatività piuttosto che stimolarla.
Uno dei miei followers italiano mi ha scritto che ci era riuscito. Io non ne ho la più pallida idea di come si fa.
Ho visto un post di una per cui scrivere in corsivo sarebbe "so aristocratic". Vabbé che oggi quello che comanda la baracca sa solo scrivere cubitale col pennarellone, ma mi pare davvero assurdo. Nei miei album i testi dei filatteri li scrivo a mano io, fanno parte del disegno.
Non ne ho bisogno, a me serve semmai il bromuro.
L'aria del basso (padre di Deidamia) sui piaceri della vecchiaia è bellissima.